BIO 26, la Biennale del Design di Lubiana, in Slovenia, è giunta alla sua ventiseiesima edizione.
L’argomento di quest’anno sarà la crisi dell’informazione, dal titolo Common Knowledge. Il festival è partito il 14 novembre 2019 e andrà avanti fino al 9 febbraio 2020.
Conoscenza condivisa è il titolo del programma di accompagnamento di BIO 26| Common Knowledge, che illustra i progetti, che sono stati scelti nella call aperta.
All’evento di venerdì 7 febbraio, dalle ore 10 alle 14, saranno ospitate le presentazioni dei progetti scelti dal curatore Thomas Geisler con la sua assistente Aline Lara Rezende.
Elenco dei progetti: https://bio.si/sl/program
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Tomaso Marcolla è stato selezionate dalla giuria per partecipare alla biennale e presenterà le sue opere digitali dal titolo:
“Poster: viaggio per immagini attraverso l’attualità”
Con l’avvento del digitale e l’innovazione tecnologica si è verificata una crescita esponenziale della quantità di informazioni reperibili, addirittura un eccesso di informazioni che ci rende confusi, disorientati, sfiduciati. Umberto Eco scriveva “troppa informazione, nessuna informazione”. Il 75% delle informazioni apprese viene dimenticato se non se ne fa immediatamente uso. La ricchezza di informazioni porta inevitabilmente alla riduzione dell’attenzione e della concentrazione.
La comunicazione per immagini, utilizzando un linguaggio emotivo, permette invece di raggiungere il massimo effetto nel più breve tempo possibile. Grazie al suo forte potere di richiamo, alla sua immediata ed univoca comprensibilità cattura l’attenzione di tutti, superando i limiti delle lingue e delle culture diverse.
Il cervello è 60.000 volte più veloce ad elaborare le immagini rispetto ad un testo scritto, e le immagini pubblicate sui profili social incontrano un livello di coinvolgimento più elevato rispetto ad altre tipologie di aggiornamenti.
Ernst Gombrich nel 1985 scriveva nel suo famoso libro L’immagine e l’occhio: “Siamo alle soglie di una nuova epoca storica in cui alla parola scritta succederà l’immagine.”
La raccolta che ho portato si intitola “Poster” ed è una selezione di opere premiate in vari concorsi internazionali.
Cos’è un poster? Il dizionario recita: “Foglio di carta, più o meno ampio, che si affigge sui muri delle strade, o su sostegni fissi appositamente collocati, per rendere noto a tutti ciò che vi è stampato”. Già al tempo di Caio Giulio Cesare nel 59 a.C. venivano utilizzati per comunicare al popolo gli atti del Senato.
Nell’era digitale sembra un controsenso dare questo nome a delle opere digitali ma nei vari concorsi ai quali ho partecipato le opere selezionate, oltre ad essere diffuse sui social, vengono stampate ed esposte. Trovo che questo dia più concretezza al mio lavoro e permetta a chi guarda di assimilarne il senso con più lentezza e forse anche in maniera più duratura.
Le mie opere nascono spesso da una contaminazione, un collage di tecniche artistiche tradizionali (disegno, acquerello, ecc.) con l’intervento digitale a computer.
I temi che affronto sono i valori che caratterizzano la mia vita quotidiana come la solidarietà, la nonviolenza, la difesa dell’ambiente ecc. che, collegandomi con l’attualità, cerco di rappresentare in un modo originale, che faccia incuriosire, pensare e riflettere.
Sono spesso visioni surreali, la mucca con la camicia di forza (mucca pazza), un incrocio tra una pecora ed un cavolfiore (OGM), una goccia di sangue che forma la bandiera del Giappone (a ricordo dei tragici fatti che hanno colpito il Giappone nel 2011).
Le prime vignette nascono negli anni ’90 ed erano realizzate con tecniche tradizionali, acquerello, penna, collage. Il mio primo poster premiato ad un concorso si intitolava “trattative di pace” e risale al 1999 ed è realizzato a penna su carta.
La tecnica si è in seguito evoluta con la diffusione del “digitale”. Cambia la tecnica di realizzazione ma l’ispirazione nasce sempre allo stesso modo: una notizia di attualità, un problema sociale, un fatto che mi colpisce particolarmente. In seguito cerco di rappresentare, di incuriosire, di far riflettere, in una maniera non violenta, anche su argomenti molte volte tragici.
L’effetto del digitale è immediato, compresa la possibilità di pubblicazione istantanea sul web ed al giorno d’oggi la velocità, l’immediatezza del messaggio è importante.
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“Poster: journey of images through the present”
With the coming of the digital and technological innovation, the amount of available information grew exponentially, even excessively, to the point to generate confusion, disorientation, distrust. Umberto Eco wrote: “Too much information, no information”. The 75% of acquired information gets forgotten unless they are immediately used. The richness of information brings inevitably to the reduction of attention and concentration.
The communication through images, using the emotional language, permits instead to reach the maximum effect in the shortest time possible. Thanks to its strong attractiveness, to its immediate and unique comprehensibility, it captures the attention of everybody, overcoming the limits of the different languages and cultures.
The brain is 60.000 times faster to process images than a written text, and the pictures published on social media entail a level of involvement higher than other kind of information.
Ernst Gombrich in 1985 wrote in his famous book “The image and the eye”: “We are on the threshold of a new historically era during which the written word will be followed by the image”.
The title of my collection is “Poster” and it is a selection of the winning works in various international competitions.
What is a poster? The dictionary states: “Sheet of paper, more or less wide, which is attached on the wall, or on fixed braces exclusively placed, to show everybody what is printed on it”. Already at the time of Caio Giulio Cesare in 59 B.C. the posters were used to communicate to the people the acts of the Senate.
In the digital age it seemed a contradiction to give this name to digital works, but in the various competitions in which I took part, the selected works were printed and exposed, as well as being spread on social media. I think that this makes my masterpiece more concrete and permits to the spectators to assimilate its meaning more slowly and perhaps also longer-lasting.
My masterpieces often arise from a contamination, a collage of traditional artistic techniques (drawing, watercolor, etc.) together with the digital intervention of the computer.
The topics of my art works are the values which characterized my daily life, such as the solidarity, the non-violence and the environmental protection, which I try to represent in an original way, in order to stimulate curiosity, reflection and thinking, always with a connection to the present.
They are often surreal visions: a cow wearing a straitjacket (mad cow disease), a cross between a sheep and a cauliflower (GMO), a drop of blood in the center of the Japanese flag (in memory of the tragic events which occurred in Japan in 2011).
The first cartoons dates to the ‘90s and they were realized with traditional techniques, namely watercolor, pen, collage. My first poster which was rewarded in a competition was called “Peace talks”, it dates to 1999 and it was realized with pen on paper.
Afterwards the technique evolved with the diffusion of “digital”. The technique of realization changes, but the inspiration always comes out in the same way: a piece of news, a social problem, an event which impressed me particularly. Successively, I try to reproduce it through my art with the aim to intrigue and to stimulate reflection. I even choose to represent tragic events, but never violently.
The effect of digital is immediate, along with the possibility of an instant publication on web and nowadays the speed and the immediacy of the message is important.
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Alcuni poster sono visionabili al link:
https://www.marcolla.it/poster/
Sfoglia il volantino:
https://issuu.com/tomasomarcolla/docs/poster_issuu
Il video della presentazione:
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LA BIENNALE DEL DESIGN DI LUBIANA
Bio 26, curata dall’austriaco Thomas Geisler insieme all’assistente curatrice Aline Lara Rezende, si sviluppa attorno alla mostra centrale al MAO – Museo di Architettura e Design – con una riflessione multimediale sull’informazione contemporanea, attraverso le opere di giganti del design, come Superflux, Carsten Nicolai, Dunne & Raby, Otto Neurath, Orson Welles, Viktor Papanek, Forensic Architecture e Otl Aicheri.
La celebre Biennale di Lubiana, sin dal suo esordio nel 1964, ha messo in luce le pietre miliari del design moderno, introducendo nuove tendenze e presentando prodotti e immagini della vita quotidiana che più hanno emozionato il pubblico a livello globale. Ma nel tempo la sua funzione si è evoluta, e oggi quella che era una mostra di prodotti è diventata una piattaforma sperimentale, che apre gli orizzonti del design a nuovi approcci e idee connessi alla realtà.
CRISI DELL’INFORMAZIONE
L’attuale problematica di un sapere comune inquinato e bombardato da un eccesso di informazione, porta con sé anche il dibattito sulle fake news. In ogni momento e luogo virtuale possiamo accedere a notizie in grado di distorcere la realtà, e questo diventa poi il modo in cui la percepiamo ed elaboriamo. Per questo Bio 26 ha deciso di focalizzare l’attenzione su un tema così urgente. L’obiettivo è esplorare le potenzialità del design nel ridisegnare il processo di conoscenza e il principio di verità, mettendo in relazione la crisi dell’informazione e il concetto di cittadinanza.
BIO26
26th Biennial of Design
Ljubljana, Slovenia
14. 11. 2019 – 9. 2. 2020
https://bio.si/en/
Immagini della mostra: